Scuola - Iniziativa Laica Ingauna

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LA CASSAZIONE E L'INGANNO DELLA SCUOLE "PARITARIE"
Maria Mantello - MicroMega 02/08/2015
 
Non bastano immagini sacre e cappelle annesse... e neppure possono sentirsi scudate dal paravento linguistico di scuole “paritarie”. Si tratta infatti di enti privati che erogano ai propri clienti – studenti un servizio a pagamento. Quindi, è un’attività commerciale e l’imposta sugli immobili la devono pagare. Questa la retta interpretazione dell’articolo 7, comma 1, lettera i, del decreto legislativo n. 504 del 1992, che indica tra gli esentati dall’imposta immobiliare  “i fabbricati destinati esclusivamente all'esercizio  del  culto”.
 

IMU, SCUOLE CONFESSIONALI ESENTASSE? CONTRO LA COSTITUZIONE E IL BUON SENSO
Dario Predonzan - Cronache laiche 29/07/2015
 
Dopo le reazioni inviperite alla sentenza della Corte di Cassazione sull'obbligo anche per gli istituti scolastici parificati (per lo più confessionali e in grandissima maggioranza cattolici) di pagare l'IMU, merita ricordare alcuni fatti.
 

UNA NUOVA FRONTIERA PER LA LAICITÀ NELLA SCUOLA
Antonia Sani - Italia laica 15/07/2015
 
Mai come quest’anno la battaglia contro l’attribuzione del credito scolastico assegnato anche al docente di Religione cattolica ha dimostrato di segnare il passo.
Tutta l’attenzione del mondo della scuola è stata alacremente rivolta alla contestazione del ddl “Buona scuola” e alla riproposizione di un’ alternativa democratica rappresentata dalla Legge di Iniziativa Popolare “Per una buona scuola per la Repubblica”(LIP).
Il rispetto per la laicità della scuola esula dal disegno renziano. Anzi, è notizia recente che la ministra Giannini avrebbe promesso al NCD che di cultura ispirata alla teoria del “gender” non si sarebbe proprio più parlato nelle scuole...
Il sindaco di Venezia ha addirittura diramato una circolare nella quale si invitano le scuole della città in possesso  di testi relativi all’ “Educazione di genere” a consegnarli ad un apposito incaricato...
 

LA SCUOLA DA RICOSTRUIRE
Adriano Prosperi – La Repubblica.it Archivio 12/06/2014

CI SONO tante emergenze nel nostro paese. Ma il rapporto del Censis sugli edifici scolastici statali e le lettere dei sindaci al premier Renzi ne segnalano una gigantesca. Edifici vetusti, cadenti, pericolosi per l’amianto o perché il tetto e le mura non ce la fanno più. Lo chiamiamo patrimonio edilizio, ma più che un patrimonio è un debito: è vecchio, arretrato, è stato lasciato indietro mentre l’edilizia privata conosceva il boom. È tempo di cambiare marcia.
Ma se la scuola statale è in questo stato non è solo per la crisi finanziaria e il patto di stabilità. E se deve essere ricostruita non è solo nelle mura e nei soffitti, negli impianti e nella eliminazione di rischi per la salute. Bisogna mutare strada rispetto a quella battuta da tempo: non solo in Italia.

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SCUOLA DI STATO CONFESSIONALIZZATA
Marcello Vigili – Italia laica 13/05/2014

Lo Stato democratico non deve pretendere il monopolio dell'educazione. Deve riconoscere la libertà e il diritto nativo dei genitori di educare i figli secondo le proprie visioni, dentro un quadro generale garantito dallo Stato. Non a caso non si parla più di scuole private ma di scuole paritarie. In queste parole, pronunciate sabato 10 maggio dal cardinale Bagnasco nel dare il via all’incontro con Papa Francesco - promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana nell’ambito del progetto "La Chiesa per la Scuola" - che ha portato in piazza San Pietro oltre trecentomila studenti, insegnanti e genitori, si deve ricercare il vero obiettivo della manifestazione dissimulato nel titolo fortemente evocativo: We care .


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ATTACCO
Stefano Rodotà – La Repubblica.it Archivio 02/03/2014

Può il rinnovamento della scuola italiana essere affidato a sbrigative potature come quelle che già si sono abbattute su geografia, diritto, storia dell’arte, e che ora guardano minacciosamente verso l’abolizione o il ridimensionamento dell’insegnamento della filosofia? Il rischio di questa deriva è stato messo in evidenza da Roberto Esposito: lo spegnersi dello spirito critico, la cui costruzione è inscindibile dall’idea stessa di istruzione. E quest’ultima mossa esaspera una tendenza che ha portato allo scoperto un modo d’intendere la sfera pubblica e quella privata che induce a ritenere che l’insofferenza per l’insegnare filosofia rappresenti l’esito (inevitabile?) di una più lunga vicenda.


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QUEI SOLDI PUBBLICI ALLE SCUOLE PRIVATE
Nadia Urbinati – La Repubblica.it Archivio 02/03/2014

Cambiano i governi non la politica scolastica, che promette di andare verso la graduale eguaglianza delle scuole private a quelle pubbliche. Alcuni governi sono più energici di altri; questo parte con una straordinaria determinazione. Le prime dichiarazioni della nuova ministra della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, sono improntate al merito e al bisogno, per usare una fortunata coppia di valori, molto frequentati negli anni ’80. Il merito dovrebbe guidare la diversificazione remunerativa degli insegnati delle scuole pubbliche: coloro che producono di più dovrebbero essere meglio retribuiti, come i dipendenti di una qualunque azienda.


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LEGGE STABILITÀ: BLOCCO DEGLI STIPENDI MA SOLDI PER LE SCUOLE PARITARIE
Salvo Intravaia – La Repubblica.it Scuola 30/10/2013

In arrivo 220 milioni per le scuole paritarie ma si bloccano anche per il 2014 gli stipendi del personale della scuola. La legge di Stabilità approda al Senato e dopo tantissime indiscrezioni, revisioni e aggiunte dell'ultimo momento il suo contenuto è finalmente noto. Una manovra che sembra scontentare tutti, ma che secondo diversi membri del governo può essere modificata in Parlamento. Ecco cosa prevede per scuola, università e ricerca.

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MONITORAGGIO COBAS SULLE ATTIVITÀ ALTERNATIVE
Italia Laica  -  02/07/2013

Riflessioni
L’iniziativa dei Cobas sulle attività alternative l’ho seguita all’inizio qualche mese fa, come Comitato Scuola e Costituzione.  All’incontro del 28 giugno non ho potuto partecipare. Ho scritto al  gruppo di lavoro che ritengo positiva l’indagine conoscitiva circa il  rispetto del diritto degli studenti che chiedono un’attività  alternativa all’IRC , ma, come ho detto  più volte, NON SI PUO’ CONSIDERARE L’ATTIVITA’ DIDATTICO-FORMATIVA LA SOLA  ALTERNATIVA ALL’IRC , IN DEFINITIVA UNA CATTEDRA  PER IL PERSONALE PRECARIO.


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LA SCUOLA AL CENTRO DELLA POLITICA COSTITUZIONALE
Stefano Rodotà – La Repubblica.it Archivio 09/06/2’13

Dal mondo della scuola, da Bologna e da Napoli, arrivano indicazioni significative per stabilire quale debba essere oggi la politica costituzionale, e che mettono in evidenza l' importanza delle iniziative dei cittadini e l' illegittimità di vincoli economici che possono pregiudicare i diritti fondamentali delle persone. Grandi questioni di principio entrano così, con la forza della concretezza, in una discussione costituzionale da troppo tempo confinata in astratte e rischiose operazioni di "ingegneria istituzionale", con scarsa considerazione dei principi da rispettare e disattenzione crescente per le essenziali questioni dei diritti.

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SULLA SCUOLA IL PD E LA CURIA HANNO PERSO
Roberto Ciccarelli – Il manifesto 29/05/2013

Intervista al collettivo di scrittori bolognesi Wu Ming: «Questo è un punto di non ritorno su scuola pubblica e sussidiarietà». «La base del Pd non ha condiviso le scelte dei vertici, si è aperta una crepa, bisogna cercare di allargarla»

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HA VINTO BOLOGNA, HA VINTO LA SCUOLA PUBBLICA
Il comunicato dei promotori del referendum



""Ha vinto Bologna ha vinto la scuola pubblica
La scuola pubblica ha vinto il referendum nonostante una larga alleanza di forze politiche ed economiche abbia sostenuto l’opzione B con tutto il proprio peso. I cittadini, invece, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorità della politica. Un risultato del quale l’Amministrazione dovrà tenere conto, a partire dal Consiglio comunale che entro tre mesi ha l’obbligo di deliberare in merito.
Oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti e del modello di convivenza e di civiltà che la nostra città ha sempre avuto. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita, è un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione""

SCUOLA PUBBLICA E PER TUTTI, UN TEST CHE GUARDA AL GOVERNO    
www.dirittiglobali.it - Fonte: Giorgio Tassinari, il manifesto | 26 Maggio 2013

Veniamo al nocciolo della questione. Ci sono vicende che si originano come episodi locali, settoriali, e che nel corso del loro svolgimento assumono via via un significato più ampio, strategico, di ordine generale. E' quanto è avvenuto per il referendum che si terrà oggi a Bologna sul finanziamento da parte del Comune delle scuole dell'infanzia paritarie private. Dunque, il sistema delle convenzioni è fallito, innanzitutto sotto il profilo materiale.

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BOLOGNA 26 MAGGIO: AMO LA SCUOLA PUBBLICA
Da rifondazione.it del 14 maggio 2013


Caro Sindaco,
sono una maestra piuttosto avanti con l’età e finora non avevo mai scritto una lettera pubblica, né ai giornali né a singole personalità politiche, ma oggi, dopo avere letto la lettera che Lei ha scritto alle mamme e ai papà di Bologna in merito al referendum consultivo del 26 maggio non sono riuscita a trattenermi.  Ci sono diversi punti della Sua Lettera che mi hanno fatta sobbalzare sulla sedia, prima per l’incredulità e poi per l’indignazione. Il primo è l’uso dispregiativo dell’aggettivo "ideologico". Cercando sul dizionario (le avevo anticipato che sono una maestra) la definizione di "ideologia" trovo che vuol dire "sistema d’idee che costituisce la base di un movimento o di un partito politico". Usato in modo dispregiativo da un politico di professione quale è Lei mi sembra alquanto bizzarro, anche perché poi, poche righe più sotto, fa riferimento alla storia delle scuole comunali di Bologna, "frutto (la sto citando) del lavoro e della passione di generazioni di bravi educatori e insegnanti" e bravi amministratori aggiungo io.


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A BOLOGNA DIO CEI
Luca Kocci – Il Manifesto 04/05/2013

Il programma per la scuola che il cardinale Angelo Bagnasco consegna al governo Letta-Alfano appena insediato si articola in un unico punto: più soldi alle scuole cattoliche. Con buona pace della Costituzione che, è vero, stabilisce che i soggetti privati possano aprire delle scuole a condizione che non vi siano «oneri per lo Stato»; ma in realtà, sostiene il presidente della Conferenza episcopale italiana nella sua interpretazione revisionista dell'articolo 33 della Carta, i padri costituenti non volevano intendere che lo Stato non dovesse finanziarie le scuole private. Quindi, conclude Bagnasco, è «pretestuoso» invocare la Costituzione per difendere la scuola statale e criticare il sostegno economico a quella paritaria.

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A CIASCUNO IL SUO
PETIZIONE DEL COMITATO GENITORI DEMOCRATICI (CGD)

Rivolgiamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Ministro della Pubblica Istruzione il seguente appello.
“I docenti di religione cattolica in servizio nella scuola pubblica sono selezionati dai vescovi e pagati dai contribuenti italiani, anche da coloro che professano altre religioni o che non ne professano alcuna: quasi un miliardo di euro ogni anno. Un costo stratosferico per le casse esauste dello Stato (formalmente) laico. Si riducono gli insegnanti, anche quelli di sostegno, ma non quelli “raccomandati” dall’ordinario diocesano che impartiscono un insegnamento confessionale e facoltativo in orario d’obbligo.
Chiediamo che sia il Vaticano a retribuire i propri dipendenti.”


Firma la petizione online

SCUOLA PUBBLICA E RELIGIONI
Marcello Vigili – Italialaica.it 15/02/2013

Non da oggi il sistema scolastico statale attraversa una profonda crisi che i provvedimenti governativi hanno contribuito ad aggravare.
Non ultimo fra i problemi che la determinano, ma certo il più emblematico, è la presenza dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) imposto dal regime concordatario. Nicola Fiorita, docente di diritto ecclesiastico e canonico, con il suo  Scuola pubblica  e religioni (*) ne aggiorna la complessa problematica, già oggetto di un’ampia e variegata bibliografia, testimone dell’interesse che il tema continua a suscitare e, al tempo stesso, espressione della pluralità di posizioni di chi lo affronta.


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Tagli alla scuola per 3,5 miliardi ma aumentano i prof di religione
Articolo di salvo Intravaia – La Repubblica 16/01/2013

Diminuiscono gli alunni che si avvalgono di questo insegnamento, con un taglio di oltre 90 mila cattedre in quatto anni. Ma i docenti della materia sono passati dai 19912 dell'anno 2007/2008 ai 23779 (dati parziali) del 2011/2012, anche se il ministero dell'Istruzione, nel periodo più basso, ne censiva 25633, per una spesa attorno ai 680 milioni di euro. Ma dal 2009-10 viale Trastevere ha smesso di pubblicare i dati.

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Scuola di classe
Abbiamo un’idea vecchia dei professori e non  vediamo i tanti bravi insegnanti
La Repubblica - 15/12/2012 - Intervista di Francesco Erbani a Marco Rossi-Doria, da maestro di strada a sottosegretario all’istruzione

"E’ un mondo che cambia. Ma nessuno riconosce e valorizza le innovazioni. Abbiamo un’idea vecchia dei professori e non  vediamo i tanti bravi insegnanti.     …    L’eredità ricevuta? 8 miliardi e mezzo di tagli in tre anni. Siamo oltre i limiti tollerabili"    …    ""

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Profumo «turista per caso» vs Settis a «Che tempo che fa»
Marina Boscaino – Pubblico 4/12/2012

L’intervista di ieri, lunedì sera, nel misurato e garbato salottino di Fazio, ha contrapposto due modelli di scuola e anche due personalità decisamente differenti. Uno dei due interlocutori sembrava giunto lì per caso, a fare due chiacchiere tra amici, senza particolari competenze. L’altro – Costituzione alla mano, il che, in tempi come questi, non è sempre un vantaggio – ha parlato con precisione e competenza di principi e valori.

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IL RUOLO SOCIALE DEGLI INSEGNANTI
Articolo di Simonetta Fiori – La Repubblica 27/11/2012

""La ricerca Pearson-Economist: se è centrale, le scuole funzionano      …    Finlandia e Sud Corea, le due superpotenze nell’istruzione, li considerano molto    …   ""

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Monti e beni comuni
La risposta di Corrado Augias al lettore prof. Fulvio Lo Cicero (da Lettere, commenti e idee di Repubblica 30.11.12)

""Caro Augias, bene il suo intervento sulla scuola. Però credo che sbagli quando scrive che per il presidente del Consiglio la faccenda delle "due orette in più" è stata una semplice "gaffe". Non si tratta né di gaffe né d’inesperienza comunicativa ma di pensiero. Il presidente del Consiglio è davvero convinto che la scuola e la sanità pubbliche, due settori che tutelano diritti soggettivi e bisogni collettivi, non possano che essere «inefficienti» (costano troppo rispetto a quanto producono). È la base delle convinzioni di economisti neoliberisti quali sono Monti e parecchi ministri. Poiché inefficienti, scuola e sanità devono avere un’iniezione di capitali privati, perché soltanto il richiamo del profitto può incentivare investimentie produttività. Nessuno di loro potrebbe mai concepire la dottrina dei "beni comuni" (acqua, energia e servizi quali istruzione e sanità) come un fattore positivo. La dichiarazione su insegnanti e sanità è coerente con l’impianto di "pensiero" che anima l’agenda Monti. Si tenta di aumentare le ore di lavoro a parità di retribuzione smantellando lo statuto dei lavoratori e il welfare state, cioè i valori fondanti della cultura progressista. Prof. Fulvio Lo Cicero – Roma

C’è effettivamente una nota inquietante nelle ultime due uscite del presidente del Consiglio (insegnanti e sanità). Riguarda sia la sostanza sia il modo in cui si sono manifestate. Il tono era molto distaccato, freddo. Ricordo fino ai dettagli il sollievo che provai un anno fa sentendo parlare il capo del governo nel modo in cui un capo del governo deve farlo.

Niente più pagliacciate né clownerie varie, toni pacati, misurati, sobri. Che c’è allora che non va? C’è che quella freddezza e quel distacco sono stati fuori luogo parlando di due delle massime conquiste del Paese. La scuola e la sanità pubbliche appartengono all’essenza del nostro patto di cittadinanza, hanno segnato, in momenti diversi della nostra storia, due tappe fondamentali del nostro Risorgimento, non quello delle armi ma quello di una più avanzata soglia di civiltà, un passo fondamentale verso la parità dei diritti e delle opportunità. Perché lo ha fatto? Secondo il professor Lo Cicero si tratta di coerenza neo-liberista. Se così fosse vorrebbe dire che Mario Monti non ha capito quale paese è stato chiamato a governare; non voglio crederlo. Tanto più se, come sembra, vorrà continuare in qualche modo a "servire la Repubblica". Continuoa credere che si tratti d’inesperienza, anche perché l’uomo, di suo, probabilmente non ha mai affrontato il tipo di problemi che angustiano il normale cittadino. Comunque due prove negative in pochi giorni sono molte. Poiché della sua competenza e del suo prestigio internazionale abbiamo bisogno, mi auguro che la fase dell’inesperienza sia finita.""

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE dei DEPUTATI RADICALI MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI al MINISTRO dell' ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA


Atto a cui si riferisce:
lt C.5/07320 MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per...


Atto Camera  
  
Interrogazione a risposta in Commissione 5-07320 presentata da MAURIZIO TURCO  
giovedì 12 luglio 2012, seduta n.665
MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI.

- Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:  
  
il 28 giugno 2012 il Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e il presidente della Cei Angelo Bagnasco hanno siglato nel quasi generale silenzio mediatico, due intese volte a modificare il punto 4.4. del decreto del Presidente
della Repubblica 16 dicembre 1985 n. 751 «Esecuzione dell'intesa tra l'autorità scolastica italiana e lo Conferenza episcopale italiana per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 1985, n. 299;  
  
tali intese introducono l'obbligatorietà del titolo di livello universitario (baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche, laurea magistrale in scienze religiose) ai fini dell'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado;  
  
gli effetti della modifica della normativa sopra richiamata non saranno tanto rilevanti sull'insegnamento della religione nelle scuole medie e superiori (ove è già previsto un titolo di studio di livello universitario), quanto nelle scuole dell'infanzia e primarie, ove circa 19 mila docenti (non laureati) che attualmente insegnano religione e altre discipline verranno verosimilmente estromessi per sempre dall'insegnamento della prima, dal momento che, a decorrere dal 2017, sarà richiesto loro di conseguire, a proprie spese, un master universitario di secondo livello (in genere biennale) in scienze religiose per poter continuare ad insegnare religione;  
  
è molto probabile che la nuova disciplina creerà, una volta a regime, le condizioni per l'assunzione di circa 10-20 mila unità di nuovi docenti specializzati graditi alla curia (ma retribuiti dallo Stato Italiano) che insegneranno esclusivamente religione per effetto del loro titolo e della certificazione di idoneità rilasciata dall'ordinario diocesano, qualora i quasi 19 mila insegnanti over 50 non potessero o volessero affrontare la spesa relativa al conseguimento del master di cui sopra, dal momento che potrebbero, a parità di stipendio, continuare ad insegnare le altre discipline, compensando la differenza delle ore di religione (due ore settimanali per le scuole primarie e sessanta ore annue per le scuole dell'infanzia) con ore d'insegnamento di cattedra aggiuntive -:  
  
se tale intesa tra lo Stato italiano e la CEI comporti nuovi e maggiori oneri a carico dello Stato e, nell'ipotesi affermativa, quale ne sia la quantificazione esatta, quali le relative coperture finanziarie ed i conseguenti tagli ai capitoli di spesa pubblica, tanto più inaccettabili e deprecabili nell'attuale fase recessiva che sta vivendo il nostro Paese. (5-07320)

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da tuttoscuola.com:


CLASSI CON UN SOLO ALUNNO PER INSEGNARE RELIGIONE CATTOLICA ? Interrogazione parlamentare

11/07/2012

I deputati radicali M.Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina, Coscioni, Mecacci e Zamparutti hanno presentato un’interrogazione (A.C. 5-07118) al ministro Profumo per chiedere spiegazioni del fatto che le classi assegnate ai docenti di religione cattolica possono essere costituite da pochi alunni, in caso limite, anche da un solo alunno.
Al contrario le classi assegnate agli altri docenti sono costituite da 25 e più alunni.
Gli interroganti, dopo avere passato in rassegna, in modo puntuale e rigoroso, norme e disposizioni in materia di formazione delle classi, osservano che "esistono casi in cui questi principi vengono derogati, come nel caso dell'insegnamento della religione cattolica, a causa di una eccezione fondata sui meri fatti, poiché al docente di religione si consente di impartire la propria opera educativa ad un numero indefinito di studenti."
Da ciò deriva "il docente di religione può impegnare la sua ora di insegnamento anche per il beneficio di un unico studente".
Dalla lunga rassegna di leggi, di norme concordatarie e di circolari ministeriali gli interroganti non hanno rilevato circostanziate deroghe che consentano ai docenti IRC di insegnare, caso limite, ad una classe di alunni avvalentesi costituite da due o tre allievi o anche da uno solo. "Non essendo previste esplicite deroghe desumibili dalle norme su riportate nella pratica attuazione delle norme è invalsa la consuetudine di considerare non tanto il numero effettivo degli studenti che in ogni classe frequentano l'ora di religione, bensì il numero potenziale, coincidente con il numero complessivo degli studenti componenti la classe.
Osservano, quindi, i deputati che "per questa via si aggirano le disposizioni aventi ad oggetto il numero minimo di alunni necessario per formare una classe, potendo verificarsi il caso limite di un insegnante impiegato per fare lezione a pochissimi studenti o, addirittura, ad uno solo."
Gli interroganti mettono in evidenza che in tal modo "il mancato accorpamento di studenti, misura necessaria per consentire la frequenza della lezione ad un numero congruo di essi, produce delle disuguaglianze di trattamento tra i docenti di religione e tutti gli altri".
E concludono chiedendo al ministro Profumo "se sia a conoscenza dei fatti, nell'eventualità positiva, se essi corrispondano a verità e se, ed eventualmente quali provvedimenti normativi secondari intenda assumere al fine di interrompere la sperequazione ed il privilegio professionale ed economico a vantaggio docenti di religione."


Scarica i materiali:  1. Copertina 2. Progetto

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